Recensione: La Casa sul Mare Celeste
Non vorresti essere qui?
PREMESSA: Linus Baker è un assistente sociale per la DIMAM, il Dipartimento della Magia Minorile che si occupa di osservare e gestire bambini dotati di poteri magici. Un luogo austero che si muove meticolosamente, dettando la legge. Linus è un uomo solitario ed impacciato, ma svolge il suo lavoro con abilità e zelo.
Quando gli viene assegnato il monitoraggio dell'orfanotrofio sull'isola di Marsyas, la vita di Linus cambia. Il suo primo sguardo sull'infinita distesa di mare celeste segna l'inizio di un'esperienza che gli cambierà la vita. E che lo porterà a conoscere il misterioso direttore della struttura Arthur Parnassus.
Ho seguito Linus nel suo timido ingresso in questa nuova realtà, un inizio dominato dal timore e dalla diffidenza generati dai pregiudizi che gli sono stati inculcati. Ma il protagonista non si ferma davanti all'apparenza, è determinato a svolgere bene il suo compito e questo lo porta a fare la conoscenza di sei bambini unici e speciali e di altri intriganti abitanti dell'isola.
SCRITTURA & SETTING: Lo stile di scrittura di TJ Klune è dolce, scorrevole, vivido: per tutto il tempo mi sono sentita completamente partecipe della storia, immersa nei suoi luoghi evocativi e coinvolta nelle emozioni dei protagonisti. I dialoghi sono la cosa che ho apprezzato di più, sono realizzati con grande maestria e rendono perfettamente distinte le voci di tutti i personaggi. Tanto più che per questo l'autore americano non ha avuto bisogno di perdersi in un'inutile serie di flashbacks o altri simili espedienti per farci conoscere i suoi personaggi: essi infatti si raccontano perfettamente battuta dopo battuta, aggiungendo ogni volta un nuovo pezzettino alla loro storia. Il setting è abbastanza vicino alla nostra realtà da renderci facilmente parte di esso, ma al contempo abbastanza sospeso nella fantasia da regalarci un'occasione di fuga in un altro mondo.
PERSONAGGI: Una caratterizzazione pazzesca ed una profondità che di rado ho riscontrato in questo modo in praticamente tutti i personaggi, anche i più secondari come, volendo citare degli esempi, lo spirito dell'isola Zoe Chapelwhite, la sindaca Helen e persino i dipendenti del DIMAM. Per non parlare di Linus, il suo character development è straordinario, l'ho assolutamente adorato! L'uomo che all'inizio tiene la testa bassa e si accontenta della monotonia e di seguire le regole con timore si trasforma alla fine del libro in un uomo che sfrutta al massimo le sue risorse, che trova il coraggio di amare e di far sentire la sua voce, di imporre la propria idea sugli altri anche quando tutti gli remano contro. Alla fine del libro Linus è pronto a rischiare e a scegliere la vita che vuole per sé.
Anche i bambini sono cresciuti rapidamente sotto i miei occhi, hanno affrontato le loro paure ed ampliato le proprie vedute. E mi hanno fatto affezionare profondamente a ciascuno di loro.
"A volte si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta."
TEMI: La storia è ricca di temi di grande spessore, raccontati con una semplicità ma allo stesso tempo una profondità che non possono restare indifferenti a chiunque la legga. Sin dai primissimi capitoli il coinvolgimento è forte ed impegnato. Linus si occupa subito farci capire l'importanza della salvaguardia dei bambini e della loro uguaglianza universale: nessun bambino merita di essere protetto più di un altro, per nessun motivo. E nessun bambino è intrinsecamente buono o cattivo, non può essere condannato soltanto per le sue origini e la realtà da cui arriva.
Il libro ci insegna che la diversità non è qualcosa da temere e da isolare, ma qualcosa che ci rende unici e che va scoperta e salvaguardata.
"Diverso non significa sbagliato. Arthur dice che essere diversi certe volte è persino meglio che essere come tutti gli altri."
Vengono inoltre trattati temi spinosi ed importanti come l'abuso sui minori e la guarigione dopo dei traumi. Si fanno anche i conti con le discriminazioni e i pregiudizi sulla base delle proprie origini, il proprio stile di vita o delle caratteristiche fisiche e/o mentali atipiche. L'autore fa un grande lavoro nell'affrontarli con estrema delicatezza, ma allo stesso tempo senza andare troppo "in punta di piedi". L'intento di denuncia è forte e chiaro e non è fraintendibile in alcun modo, tanto più con il meraviglioso finale che ci regala in modo per niente scontato, dopo che i personaggi se lo sono sudato, crescendo e affrontando tutti gli ostacoli e le scelte che avevano davanti.
Mi piaci così come sei. Non credo di averlo pensato mai tanto intensamente di nessuno.
Ho adorato il modo in cui le tematiche LGBTQ+ siano così naturalmente inserite nella storia, per niente stereotipate, semplicemente normalizzate e non rese il centro dell'attenzione come al solito. Mi piace vedere finalmente una rappresentazione della comunità che non sia soltanto un racconto di formazione/scoperta di se stessi. A volte il bello è che sia lì e basta, nella quotidianità, né troppo idealizzato ma nemmeno trascurato.
"Non capisco come fai a non vederlo. […] Vedere te. Tutto quello che sei."
E qui veniamo al dunque. Per quanto centrale sia il ruolo dei bambini nella storia, l'autore non si dimentica di regalarci anche una tenera e profonda storia d'amore. Il modo in cui s'intreccia al progressivo percorso di crescita Linus, all'affetto per i piccoli abitanti dell'orfanotrofio che cresce progressivamente è naturale, dolce, spontanea. Per quanto Linus inizialmente si sforzi di rimanere obiettivo e centrato sulla sua missione, il suo cuore cede ben presto a sentimenti profondi che smuoveranno in lui la forza e la potenza di rendere realtà i suoi sogni più grandi.
"Ma io lo lascio sognare perché è un bambino, e chissà che cosa gli riserverà il futuro? I cambiamenti spesso prendono avvio dal più flebile dei sussurri. Sta alle persone che ci si riconoscono trasformarlo in un ruggito."
"Sogna un futuro che forse non potrà mai avere. E per quanto possano sembrare piccoli, i suoi sogni sono suoi e solo suoi."
"Non sapevi che fosse possibile. Ma chi di noi coltiva sogni impossibili sa bene fin dove si può arrivare se provocati."
CONCLUSIONE: Questo è un libro che con una trama tenera, poetica e al contempo avvincente ed impegnata spinge all'azione, alla denuncia e alla difesa dei propri sogni e dei propri diritti. Incoraggia a parlare anche quando ci si sente piccoli ed insignificanti, perché ci insegna che anche la nostra voce conta.
"Il cambiamento comincia dalle voci dei singoli."
Nel mio cuore rimarranno sempre la vivacità e la voce sfrontata della gnoma Talia, il prezioso tesoro della viverna Theodore, la gentilezza e la purezza di Chauncey, la forza della natura di Phee, il coraggio e le parole di Sal, la musica di Lucy. E ovviamente il forte spirito di cambiamento di Linus e l’ardore e la passione di Arthur.
Se non si fosse capito dal mio sproloquio infinito, questa è una lettura super consigliata, da non lasciarvi scappare per niente al mondo. Non tanto per motivi superficiali come la bella scrittura, il setting e l’originalità (che però fanno sicuramente la loro parte), ma soprattutto per il modo in cui vi toccherà l’anima e vi accoglierà immediatamente come un membro di una bellissima, affiatata famiglia.
Non abbiate paura di scegliere e di essere scelti. Mai. ❤️
Voto: 5/5 ⭐️
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