Recensione: Gli Inganni di Locke Lamora (The Gentleman Bastard Sequence, Libro 1)
Ciao fantasmini! 👻 Sono emozionata, perché oggi vi porto la nostra prima recensione! Che dire, si comincia col botto (?): tenetevi forte, perché il libro di cui vi parlerò oggi è un fantasy davvero particolare. Vi consiglio di dargli una chance, anche se vi avverto: non aspettatevi un racconto farcito di fate, stregoni, guerrieri invincibili e romance (nulla da togliere a questi ultimi, eh!). Questa è una storia brutalmente realistica, non adatta ai deboli di stomaco dove gli elementi fantasy ci sono, ma a rubare la scena sono proprio i dettagli più crudi ed umani.
Titolo: Gli Inganni di Locke Lamora (The Gentleman Bastard Sequence, Libro 1)
Autore: Scott Lynch (traduzione di Anna Martini)
Edizione Mondadori: 1° dicembre 2020
Trama: Nella misteriosa città di Camorr un orfano ha vita dura, e spesso breve. Ma il giovane Locke Lamora riesce a eludere la morte e a non farsi catturare come schiavo, fino a diventare un furfante provetto sotto la tutela del Forgialadri, un talentuoso artista della truffa. A capo della banda di fratelli dalle dita leste, noti come Bastardi Galantuomini, Locke diventa presto celebre, e si fa beffe persino del più temuto re della malavita. Ma tra le ombre si annida qualcuno di ancora più ambizioso e micidiale. Di fronte a un sanguinoso colpo di stato che minaccia di distruggere qualunque persona o cosa che abbia un senso nella sua esistenza, Locke giura di sconfiggere il nemico al suo stesso gioco crudele. Costi quel che costi.
Dal romanzo: «Un giorno, Locke Lamora, combinerai un casino così superbo, così ambizioso, così travolgente che il cielo si illuminerà , le lune gireranno e gli dei stessi cacheranno comete con gioia. E spero solo di essere ancora in circolazione per vederlo.»
«Oh, per piacere. Non succederà mai» dichiarò Locke.
Recensione: Mi sono addentrata nella lettura di questo libro con delle aspettative appena abbozzate, senza troppe pretese, ma comunque con un certo impegno. Non mi aspettavo però di trovare davanti ai miei occhi una figura come quella dello scaltro criminale Locke Lamora, e di lasciarmi coinvolgere così tanto da lui nelle sue imprese a Camorr.
Il mondo che Scott Lynch ci presenta sin dalla primissima pagina del libro è tutt’altro che semplice e lineare: la sua complessità mi ha stupita e, devo ammettere, a tratti quasi frastornata (imparare a ricordare e a distinguere tutti quei nomi e quei luoghi così originali è stata una bella sfida mnemonica); eppure, senza mai risultare incoerente o fallimentare.
L’inizio della vicenda, un po’ al sapore di Oliver Twist, vede in Locke Lamora un orfano come tanti, appena un bambino quando si ritrova sotto le cure del Forgialadri, che scopre immediatamente il suo prezioso talento da truffatore, e lo guida durante il perfezionamento delle sue abilità .
Sullo sfondo di un’ambientazione cupa, violenta e cruda, ci addentriamo in questo dedalo fittamente intessuto di azione e d’inganni, e vediamo le vite dei Bastardi Galantuomini – Locke, Jean, Calo, Galdo e Cimice – intrecciarsi a quella del potente Capa Barsavi e del suo acerrimo nemico, il misterioso Re Grigio, che si muove fra le ombre di Camorr, quasi invisibile eppure onnipresente, assetato di vendetta e disposto a tutto – ma veramente a tutto – pur di ottenere ciò che vuole. Egli non sa però di dover fare i conti con il nostro Locke Lamora, che non si farà fermare dalla propria corporatura minuta o dalle sue carenze nel combattimento, puntando piuttosto sulla migliore arma di cui dispone: la sua mente.
Lynch non usa mezzi termini per parlarci di Locke e delle sue avventure, sa essere estremamente cruento e realistico nelle sue descrizioni, tanto che più volte durante la lettura mi sono ritrovata a condividere odori sgradevoli, rumori assordanti e dolori lancinanti con i personaggi, come se fossi lì con loro nella scena, a sentire gli orrori di Camorr bruciare anche sulla mia pelle.
Il nostro Locke non è un eroe perfetto. A dire il vero, non è nemmeno un eroe. È un ladro, che fa esattamente ciò che i ladri fanno: rubare. È quella la sua arte, ed è un’arte in cui lui è ormai da tempo maestro – pur con le sue fallibilità . Eppure, sebbene sembri avere tutte le carte in regola per essere un antieroe spietato, assetato di sangue e senza un briciolo di compassione, ci viene invece ricordato che Locke possiede in realtà «un cuore fottutamente tenero»: infatti, più volte assistiamo nel corso del libro alla dedizione con cui Lamora si batte, durante le sue missioni folli, per proteggere i suoi compagni di truffe, che lui considera una vera e propria famiglia. In alcuni momenti della vicenda, inoltre, lo vediamo impuntarsi contro le ingiustizie, anche quelle che non lo toccano personalmente.
Cosa ne penso, quindi? Si sarà capito, questi ladri si sono appropriati anche di tutte le mie attenzioni, tanto da tenermi incollata alle pagine di questo libro – ben 612, e di massa non indifferente – giorno e notte, tanto che non è stato difficile finirlo in pochissimo tempo, nonostante all’inizio abbia fatto personalmente un po’ fatica ad addentrarmi in questo mondo così complesso. Tuttavia, il ritmo non ha tardato ad accelerare e, una volta ingranata la marcia, non ha accennato a rallentare, dispiegandosi in un fitto intreccio di intrighi e colpi di scena, fino ad arrivare alle rivelazioni finali e ad un epilogo che lascia la strada spianata per il secondo volume (che, inutile anche solo stare qui a dirlo, andrò subito a leggere, perché ormai Locke ha sgraffignato anche il mio cuore devo smetterla con queste battute stupide).
I personaggi sono appena caratterizzati, non arriviamo ancora a conoscerli in profondità , ma forse proprio per questo si inseriscono perfettamente nella trama e funzionano. Tuttavia, spero che i prossimi volumi (I Pirati dell'Oceano Rosso e La Repubblica dei Ladri) siano un po' più introspettivi, mi piacerebbe davvero tanto poter approfondire l'interiorità dei Bastardi Galantuomini e dei loro amici e nemici. Anche le figure solo a tratti citate nella storia sono riuscite a solleticare le corde della mia curiosità , forse al pari di alcuni tra i più presenti, e mi hanno lasciata con la speranza di incontrarli nei libri successivi (sì, Sabetha, parlo di te). E soprattutto, non vedo l’ora di leggere di più sul duo Locke-Jean: insieme, mi hanno fatto perdere la testa!
Quando l’ho cominciato, non mi sarei aspettata di apprezzare questo libro a tal punto; mi ha regalato emozioni e sensazioni insolite, lontane da quelle a cui sono stata abituata dalle mie ultime letture, ma forse è proprio questo il motivo per cui mi ha presa così tanto.
La scrittura di Lynch mi ha catturata ed è stata una delle cose che più ho amato nel romanzo: senza le sue atmosfere evocative e le sue descrizioni ardenti, vive e concrete, questa storia non avrebbe avuto lo stesso effetto su di me. Il linguaggio rozzo, schietto e (molto) scurrile dei criminali, dominante in tutta l’opera, si fa dare il cambio occasionalmente da quello più limato e composto degli ambienti nobiliari, giocando abilmente con i contrasti tra le personalità che popolano il mondo costruito dall’autore.
Il mio consiglio? Date una possibilità a Locke Lamora e ai Bastardi Galantuomini. Potreste rimanere sorpresi dalla facilità con cui questo mondo così vasto, originale e fantastico vi aprirà le sue porte e ve ne renderà parte.
Stelle: 4.5/5
-Arianna 📚💙

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